Aggiornamento mercati Febbraio 2025

Tutto quello che sta succedendo sui mercati in maniera sintetica, per avere una visione chiara e completa dei propri investimenti

Cos’è successo nel mondo…

Il 2024 è stato un anno molto positivo

La continua forza degli Stati Uniti ha aiutato i titoli azionari dei mercati sviluppati a generare rendimenti complessivi intorno al 20%, mentre un rally più tardivo dei titoli azionari cinesi, unito ai solidi risultati di India e Taiwan, ha aiutato i titoli azionari dei mercati emergenti a corrispondere un rendimento totale intorno all’8%.

Crescono senza sosta le azioni tecnologiche USA

Sempre sull’onda dell’entusiasmo per gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, le aziende tecnologiche degli Stati Uniti hanno continuato a offrire rendimenti estremamente interessanti. La vera domanda è: per quanto potrà durare questo dominio USA?

DeepSeek (Cina) lancia la sfida al dominio USA sull’AI

Il lancio di DeepSeek, rivale in tutto e per tutto di ChatGPT, ha fatto tremare i mercati. Dalle prime dichiarazioni, DeepSeek sembrerebbe offrire prestazioni pari o superiori rispetto ai modelli di OpenAI ma con costi nettamente inferiori. In realtà, è ancora presto per giudicare la reale pericolosità di questo nuovo concorrente.

Trump fa guerra commerciale con tutti

Trump ha iniziato la guerra commerciale con la maggior parte del mondo, minacciando di imporre pesanti dazi contro Cina, Canada, Messico e persino contro l’Europa. È difficile che poi questi dazi vengano applicati realmente nella misura in cui Trump minaccia, ma rappresentano sicuramente una grande arma a suo vantaggio nelle negoziazioni.

FOCUS NUOVO GOVERNO USA

Cosa succederà ora che Trump ha vinto?

La crescita USA continua

Nel 2024 la performance economica degli Stati Uniti ha preso una strada diversa da quella delle altre principali regioni. Nonostante le preoccupazioni registrate durante l’estate, l’eccezionalismo economico degli Stati Uniti è rimasto sostanzialmente intatto.

La politica commerciale di Trump

Come detto in precedenza, la politica estremamente aggressiva di Trump è probabilmente un modo per avere più margine di negoziazione, oltre che per mantenere l’immagine del presidente “forte”, in linea con il suo slogan “Make America Great Again (MAGA)”. Per avere un’idea di quanto Trump sia serio nelle sue dichiarazioni, bisognerà vedere in che percentuali i dazi verranno effettivamente applicati rispetto alle sue dichiarazioni.

Musk e DOGE

Un recente ordine esecutivo di Trump rende il DOGE (Dipartimento per l’efficienza del governo) parte ufficiale del governo, incorporandolo in un’agenzia già esistente che faceva parte dell’Ufficio per la gestione e il bilancio, chiamata United States digital service (Usds). Musk aveva dichiarato tagli di migliaia di miliardi di dollari con lo scopo di migliorare l’efficienza, ma questo provvedimento dovrebbe ridimensionare il DOGE, focalizzandolo principalmente sulla razionalizzazione e sulla modernizzazione dell’enorme e disordinata infrastruttura informatica del governo americano. I tagli ci saranno, ma potrebbero essere inferiori rispetto a quanto annunciato.

E per l’energia?

La politica energetica di Donald Trump mira a raggiungere due obiettivi principali: l’indipendenza energetica degli Stati Uniti, riducendo la dipendenza dai paesi dell’OPEC, e il rilancio dell’industria energetica nazionale, con particolare attenzione al settore del carbone. Una posizione completamente opposta alla direzione intrapresa fin ora, di tutela dell’ambiente e preoccupazione per il cambiamento climatico.

La mia analisi

Per il 2025 molti analisti prevedono una crescita moderata, con significative differenze a livello geografico e l’Eurozona come fanalino di coda. Le notizie sul fronte politico ed economico stanno alimentando un clima di forte incertezza a carico delle famiglie, soprattutto in Germania e in Francia.

Negli USA si osserva un quadro ben diverso. Le aspettative rimangono comunque molto positive, anche viste le importanti rivoluzioni tecnologiche in atto, che dovrebbero aiutare le imprese ad aumentare la produttività e dunque i guadagni. Sullo sfondo dello scontro fra superpotenze con la Cina, gli Stati Uniti stanno puntando sempre più sulla resilienza economica e promuovendo l’espansione della produzione interna in settori chiave. Dall’altro lato, però, la linea politica che sarà presumibilmente adottata da Trump, fatta di restrizioni all’immigrazione, inasprimento della politica commerciale e aumento dell’indebitamento, andrà probabilmente a frenare la congiuntura statunitense.

Dal punto di vista dell’inflazione, per fortuna abbiamo assistito a un netto rallentamento. Ci sono però alcuni fattori che potrebbero tornare a far incrementare l’inflazione (senza però tornare ai livelli eccessivi di qualche anno fa): l’introduzione dei dazi negli USA e l’inasprimento della politica di immigrazione prevista dal governo statunitense. Nell’area euro, invece, i due effetti contrapposti dovrebbero bilanciarsi: mentre i (contro)dazi potrebbero sostenere i prezzi, la debolezza economica, le importazioni più convenienti e il calo dei prezzi dell’energia dovrebbero fungere da freno.

Vista l’incertezza politica, le banche centrali procedono “a vista”, in particolare quella statunitense. Ci si aspettano comunque politiche monetarie espansive anche nel corso del 2025 (e in Europa un taglio dello 0,25% c’è già stato).

Market Mover

I principali eventi geopolitici che influenzano il mondo

Elezioni negli Stati Uniti

Abbiamo già visto come le elezioni siano un market mover non indifferente. Per il momento i movimenti di mercato sono stati positivi, ma bisognerà vedere gli effetti delle politiche di Trump nel medio termine per poter trarre conclusioni significative.

I conflitti non muovono più i mercati come prima

I legami economici dell’occidente con la Russia sono stati significativamente ridimensionati e l’Europa ha stoccato grandi quantità di gas naturale liquefatto, così da attraversare l’inverno senza particolari impennate nei prezzi.

Worst performer

L’azione di cui tutti parlano

Nel mese di Gennaio 2025 si è fatta notare (al ribasso) Nvidia, che in pochi giorni ha segnato -18% e registrando un record tra i peggiori crolli per dimensione.

Sapevi che…

Esiste l'”effetto gennaio”…

Una curiosità legata al mese di gennaio è l’“Effetto Gennaio”, un fenomeno di mercato secondo cui i prezzi delle azioni, soprattutto quelle di piccole capitalizzazioni, tendono a salire più del normale nei primi giorni dell’anno. Questo effetto è spesso attribuito a diversi fattori. A dicembre, molti investitori vendono titoli in perdita per compensare le tasse sui guadagni di capitale e a gennaio riacquistano azioni, facendo salire i prezzi. Inoltre, i fondi e gli investitori ribilanciano i portafogli dopo la chiusura dell’anno fiscale, contribuendo all’aumento della domanda. Un altro elemento è il maggiore ottimismo che caratterizza l’inizio dell’anno, portando gli investitori a comprare con più fiducia. Sebbene l’Effetto Gennaio sia stato osservato storicamente, oggi è meno pronunciato a causa dell’aumento dell’efficienza dei mercati e delle strategie di investimento più sofisticate.

I mercati da inizio anno

FTSEMIB
+4,76%

S&P500
+2,93%

NASDAQ
+1,64%

DAX 30
+6,66%

FTSE100
+3,75%

STOXX600
+4,29%

Come sempre rimango a disposizione. A presto!